Numerose sono le novità che negli ultimi due anni hanno investito il settore delle comunicazioni. Sul piano europeo le direttive in materia di reti e servizi di “comunicazione elettronica”, varate dal Parlamento e dal Consiglio europei nel marzo 2002, hanno dettato un quadro regolatorio unico per l’intero comparto della “comunicazione elettronica” il quale, nell’ottica di un mercato ormai completamente liberalizzato e caratterizzato da un processo di convergenza tra media e telecomunicazioni, ha previsto una graduale sostituzione della regolazione ex ante con controlli ex post secondo i principi del diritto della concorrenza.
La nuova disciplina, che distingue nettamente gli operatori di rete dai fornitori di contenuti, prevede il rafforzamento dei poteri e della indipendenza delle Autorità nazionali di regolamentazione, l’introduzione di nuovi strumenti di raccordo tra le Autorità nazionali di regolamentazione e le Autorità antitrust, nonché la nascita di un inedito modello di amministrazione “integrata” nazionale - comunitaria. Sul versante televisivo si registra la diffusione crescente della pay-tv ed il decollo, in vari paesi, della televisione digitale terrestre.
In Italia ad una legge di sistema per l’intero
comparto delle comunicazioni è stata preferita la soluzione di due discipline distinte, una per la radiotelevisione e l’altra per le telecomunicazioni.
Il nuovo codice delle comunicazioni elettroniche, nel recepire le direttive comunitarie, ha riordinato l’intero impianto delle leggi nazionali in tema di telecomunicazioni. La nuova disciplina comunitaria, lo sviluppo delle tecniche digitali, l’esigenza di garantire il rispetto dei principi in tema di pluralismo e imparzialità dell’informazione tracciati dalla giurisprudenza costituzionale, il nuovo riparto delle competenze previsto dalla riforma del titolo V della Costituzione hanno infine spinto verso una legge di riforma organica del sistema radiotelevisivo.
Di fronte all’emersione a livello europeo di un
nuovo “diritto della comunicazione convergente”, evidenziata nel corso del convegno organizzato circa due anni fa dal Cesifin, la scelta di due discipline differenziate pone l’esigenza di operare uno stretto coordinamento tra di esse alla luce di principi comuni desumibili dal sistema comunitario e costituzionale.
Il presente convegno intende offrire un contributo all’analisi delle problematiche che discendono da questo nuovo scenario.